Jürn Sanders, Beate Huber e Michel Keppler sono i nuovi membri del comitato esecutivo ai vertici del FiBL Svizzera. Prendono posizione sulla struttura gestionale riveduta, sulla strategia e sui punti forti e deboli dell’istituto.
Jürn Sanders è stato nominato presidente del comitato di direzione (CD) del FiBL Svizzera nell’ottobre 2023. Inoltre, è presidente di FiBL Europe. L’economista agrario ha già lavorato presso il FiBL Svizzera dal 2001 al 2009, poi ha diretto il gruppo di ricerca "Ambiente e sostenibilità" presso l’Istituto Thünen di economia agraria, e dal 2022 è a capo del Dipartimento di scienze dei sistemi agroalimentari presso il FiBL (si cerca un successore).
Negli scorsi anni c’è stato uno scossone ai piani alti, si è trattato di un confronto chiarificatore o il FiBL deve far fonte a un problema cronico di gestione?
Né l’uno né l’altro. Oggettivamente non c’è nulla di strano che dopo trent’anni con Urs Niggli vi siano ulteriori cambiamenti che concernono anche la direzione, anche perché in gioco ci sono sempre stati anche motivi personali.
Qual è la differenza maggiore rispetto al precedente trio?
La differenza più marcata è che non disponiamo più di una direzione bensì di un comitato di direzione (CD) con un comitato esecutivo (CE). Il CD si è rafforzato. Fornisce consulenza e decide in merito agli affari strategici nel quadro dell’indirizzo stabilito dal consiglio di fondazione. Al CE invece compete la direzione operativa dell’istituto.
Dal punto di vista della conduzione cosa ha imparato il CE?
Sono decisivi l’impegno e l’elevata responsabilità individuale dei collaboratori. Strutture sussidiarie sono pertanto molto centrali. Nel contempo dobbiamo riposizionarci e ciò richiede un chiaro orientamento.
Il FiBL è fortemente cresciuto. È tuttora una crescita sana o serve una battuta d’arresto?
Penso che finora abbiamo gestito bene la crescita. Siamo consapevoli delle sfide e cerchiamo di affrontarle a tutti i livelli. Le competenze del FiBL sono molto richieste e per quanto riguarda la trasformazione dei sistemi alimentari possiamo offrire molto e ciò potrebbe comportare un’ulteriore crescita. Non dovrebbe però essere un fine a se stesso bensì migliorare ulteriormente il nostro lavoro.
L’istituto è in condizione di reagire in modo agile all’elevata richiesta?
L’agilità fa parte della cultura del FiBL. Quanto più cresciamo tanto più sarà impegnativo mantenerla, la parola chiave è interdisciplinarietà. Il fatto che le persone si incontrino e che interagiscano è assolutamente centrale. Proprio perché i problemi sono molto complessi è importante pensare in modo sistemico da prospettive diverse. Il nostro punto di forza è dare risposte semplici a domande complesse.
Ci indichi tre temi prioritari per i quali il FiBL in futuro dovrebbe impegnarsi maggiormente.
Di questo argomento stiamo discutendo intensamente proprio ora, temi importanti sono sicuramente l’alimentazione e la salute, la resilienza climatica e il potenziale di resa dell’agricoltura biologica.
Beate Huber è vicepresidente del comitato di direzione del FiBL Svizzera. Dal 2002 lavora presso il FiBL e dal 2009 è membro del comitato di direzione del FiBL Svizzera in qualità di responsabile del Dipartimento della cooperazione internazionale. Dal 2017 al 2020 l’agronoma è stata direttrice supplente del FiBL Svizzera e dal 2020 al 2022 presidente di FiBL Europe.
La volta scorsa la direzione a tre non ha funzionato, perché il CE insiste su questo sistema?
Penso che sia il contrario. Il vertice a tre si è dimostrato valido facendo sì che nonostante il cambio non si sia verificata una crisi di conduzione. La partenza di Knut Schmidtke è stata un momento difficile ma è proprio in quel frangente che questa struttura gestionale ci ha resi più resilienti.
Lei ha senza dubbio la maggiore esperienza nel CE del FiBL, si considera la custode dello spirito pionieristico?
La parola custode mi irrita un po’, è un termine molto statico. I nostri grandi punti di forza sono la transdisciplinarità, il modo di lavorare partecipativo, l’approccio imprenditoriale e l’autoresponsabilità. Vent’anni fa venivamo derisi, oggi cercano tutti di imitarci. Ciononostante dobbiamo adeguare costantemente il nostro modo di lavorare alle nuove sfide.
Quali sono i punti deboli di questo sistema del FiBL?
Aumenta il rischio di sovraccaricare i collaboratori. Ognuno deve inoltre fare in modo che si ritrovi bene in questo sistema, la grande difficoltà è quella di trovare l’equilibrio. A questo proposito dobbiamo prestare maggiore attenzione rispetto a venti anni fa. Dobbiamo anche rimanere competitivi con altri datori di lavoro.
L’agricoltura bio continua a crescere a livello mondiale. Quali sono i meriti del FiBL e delle sue attività?
Siamo un importante attore internazionale. Sin dall’inizio ci siamo fortemente impegnati per il movimento mondiale e così è rimasto. Il FiBL per esempio ha organizzato il primo congresso mondiale di IFOAM. Il biologico si è sviluppato anche in Paesi come l’Ucraina che abbiamo seguito in modo intensivo. Un altro esempio positivo è la statistica bio mondiale World of Organic Agriculture. La visibilità delle cifre ha certamente contribuito fortemente allo sviluppo internazionale.
Quali sono secondo lei i temi centrali delle future attività internazionali?
Per noi è importante mantenere la flessibilità. Le attività internazionali sono escluse dal finanziamento di base della Confederazione. Seguiamo la domanda e in parte anche le possibilità di finanziamento. Non possiamo fissare priorità senza un finanziatore. L’Africa come continente maggiormente colpito dai cambiamenti climatici e confrontato con massicci problemi dovuti al degrado dei suoli rimane sicuramente una priorità. A questo proposito l’agricoltura biologica può contribuire parecchio a uno sviluppo positivo.
Michel Keppler lavora presso il FiBL Svizzera dal 2023. È vicepresidente del comitato di direzione e dirige il Dipartimento finanze, risorse & amministrazione. In precedenza ha ricoperto ruoli dirigenziali presso la cassa di compensazione Swissmem e La Posta Svizzera.
Potrebbe offrirci una breve panoramica di come si finanzia il FiBL?
Essenzialmente con i progetti di ricerca in Svizzera, nell’UE e in altri Paesi. A ciò si aggiungono l’importante contributo dell’Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG) e le numerose altre organizzazioni, fondazioni o privati a livello nazionale e internazionale che ci sostengono.
Dal punto di vista finanziario il FiBL si è ritrovato per decenni sull’orlo del baratro. I fondi della Confederazione hanno migliorato la situazione?
Il sostegno dell’UFAG per noi è essenziale e viene impiegato per pagare i nostri costi generali da un lato e dall’altro per coprire i costi di progetti che non si autofinanziano. Senza il contributo dell’UFAG dovremmo rinunciare a numerosi progetti e puntare maggiormente sulla ricerca redditizia.
Quanto è sicuro il contributo?
La convenzione con l’UFAG ci garantisce un contributo definito fino al 2025. Presto riprenderemo le trattative per assicurarci il contributo per il prossimo periodo dal 2026.
Dove vede altro potenziale per dischiudere nuove fonti di finanziamento?
L’acquisizione è importante ma non si tratta solo di aprire nuove possibilità di finanziamento bensì anche di efficienza nell’impiego dei mezzi disponibili: dove possiamo ottimizzare i costi? Dove possiamo migliorare i processi? I mezzi sono impiegati nel posto giusto?
Quali punti deboli deve superare il FiBL per conquistare i migliori talenti?
La nostra reputazione per quanto riguarda la ricerca e la consulenza è ottima, anche a livello internazionale e per questo motivo i posti di stage e di dottorato sono molti richiesti. Questo è un nostro punto di forza. Essenzialmente siamo però confrontati anche noi con la concorrenza per i talenti. Dobbiamo posizionarci e presentarci ancora meglio come datore di lavoro.
Le attività del FiBL sono molto ampie, quanto è difficile mantenere la supervisione?
Questa è certamente una sfida. FiBL Svizzera si occupa di 800 progetti e impiega 350 collaboratori. Disponiamo però di un ottimo gruppo con ottime competenze. Anche la nuova struttura con una direzione rafforzata che contribuisce molto a una maggiore visione d’assieme si è dimostrata efficace.
Interviste: Adrian Krebs
Le interviste sono state pubblicate nel numero 2/24 della rivista Bioattualità.